mercoledì 28 marzo 2012

Vita con i nonni...





Quando avevo 13 anni, mia mamma è dovuta venire in Italia per vivere con mio papà…
Una sera ci ha detto che doveva andarsene, che noi dovevamo prenderci cura l’una dell'altra e che dovevamo rimanere in Macedonia fino a quando i nostri permessi non erano pronti. È stata una decisione difficile per tutti noi.

Io, mia madre e mia sorella ci siamo sempre curate una dell’altra, siamo sempre state insieme, abbiamo sempre fatto tutto insieme, e adesso  io e mia sorella dovevamo creare un muro tra noi e lei. Io non volevo fare questo, ma l’ho fatto.
Il giorno in cui lei è andata via è stato il più difficile, mi ricordo che era un giorno freddissimo, la giornata più dura della mia vita: ho pianto un'ora ma, in qualche modo, quella notte ho dormito.

Da quel momento sapevo che dovevo prendermi cura di me stessa da sola, anche se avevo solo 13 anni.
Vivere con i miei nonni era difficile. Loro hanno provato a darci tutto il possibile, ma ci sono stati dei momenti speciali che volevo condividere con mia madre, ci sono stati tanti momenti in cui avevo bisogno di lei. Non solo la mia mamma mi è mancata, anche mio padre, la stessa cosa valeva anche per lui.  Ma lui viveva qui da 5 anni ed ero abituata a sentire la sua mancanza tutto il tempo. Mi ricordo che quando ero in depressione finivo sempre in ospedale. Volevo sempre mia madre vicina in questo periodo difficile dell’adolescenza.

Quando ho compiuto 14 anni, le cose sono cambiate un po’. Ho realizzato che vivere con i miei nonni mi ha resa più forte e fiduciosa, indipendentemente da quanto era difficile. Sarò per sempre riconoscente ai miei nonni per avermi aiutata, perché in questi due anni ho avuto problemi psicologici e fisici.
Dopo questa esperienza, so come la vita può essere difficile, ma sono orgogliosa di come ho imparato a cavarmela.

Ana - Macedonia
Животот со баба и дедо..

Кога бев 13 години,мојата мајка требаше да оти во Италија за да живее со таткоми...
Една вечер таа ни рече дека треба да оди,и дека ние мораме да се грижиме самите за себе,тоа беше одлука што беше тешка за сите нас,и ни рече дека треба да останеме во Македонија се додека дозволите не ни се готови .

Јас,мајками и сестра ми секогаш се грижевме една за друга,секогаш бевме заедно,секогаш правевме  работи заедно ,и сега јас и сестра ми требаше да направиме зид помеѓy нас .Не сакав да го направам тоа,но го направив.

Денот кога таа си замина беше уште потежок,се сеќавам беше ладен и замрзнувачки ден,најтешкиот ден од мојот живот,плачев 1 саат но некако успеав да заспијам таа вечер.
Од сега понатаму знаев дека треба да се грижам сама за себе ,безразлика што имав само 13 години.Живеејќи со бабами и дедоми беше многу тешко,тие се трудеа да ни дадат се што ке посакавме,но имаше моменти во кои сакав  да ги поминам само со мајками,имаше моменти во кои ми требаше само таа.Но,не само мајками ми фалаше  и таткоми истотака,беше исто и за таткоми но,тој живее таму 5 години и сум навикнета  да ми недостига постојано.Се сеќавам кога бев во депресија ке завршев во болница.Секогаш сакав мајками да  биде покрај мене кога ке бев во пубертет.Кога наполнив 14 години,работите се сменија  малку.Сватив дека живеејќи без моите родители  ме направија посилна и посамоуверена,безразлика колку беше тешко.Секогаш ке им бидам благодарна на бабами и дедоми затоа што ми помогнаа за време на тие 2 години бидејќи имав многу проблеми физичи и психички.После ова животно искуство знам колку може да биде тежок зивотот ,но,горда сум бидејќи поминав низ тоа.


Life with grandparents…

When I was 13 years old, my mum needed to go in Italy to live with my dad…
One night she told us that she needede to go, and that we must care of each other, she said that it was a decision hard for all of us, and she said that we were going to stay in Macedonia  until our documents were done.

Me, my mum and my sister always cared of each other, we always kept together, always did things together, and now me and my sister needed to put a wall between us and mum. I didn’t want to do that, but I did it.
The day she left was even harder.I remember it as a cold and freezing day, the hardest day in my life. I cried like for an hour but, somehow, I slept that night.

From that moment on I knew that I needed to take care of myself, no matter I was only 13 years old. Living with my grandparents was very hard. They’ve tried to give us everything that we wanted, as much as possible, but there were moments that I wanted to spend only with my mum, and there were moments I needed her the most. Of course not only my mum… I missed my dad too. But that wasn’t changing:  he had left 5 years before and I was used to miss him all the time. I remember that, when I was depressed, I would end up in hospital. I always wanted to have my mum near me when I was in puberty.
When I turned 14 years, things changed a bit. I realized that living without my parents made me stronger and confident, no matter how hard it was. I will always be grateful to my grandparents for helping me, because through these 2 years I had a lot of problems, psychical and physical.

After this life experience I know how hard life can become, but I’m proud of me for getting through it.


venerdì 23 marzo 2012

La frase della settimana: tanti cuori, stesso ritmo

Martedì 20 marzo è stata la giornata mondiale contro il razzismo. Ecco alcune meravigliose parole di un grande cantante italiano J 

“…UNA TRIBU' CHE BALLA oho è UNA TRIBU' CHE BALLA oheo è UNA TRIBU' CHE BALLA e cerca una ragione perché ci sia una terra e ci sia una nazione formata dai ragazzi e dalla gente di credo, di colore e di cultura differente perché è l'unica strada ed è l'unica certezza perché nei nostri cuori finisca l'amarezza...
[…]
...ricordati che tu sei unico al mondo e non esiste primo e non esiste secondo esiste una tribù, esistono i fratelli che più sono diversi e più sono fratelli ognuno ha la sua storia e le sue tradizioni ognuno il suo colore e le sue religioni ma il battito del cuore è lo stesso per tutti la musica, la musica fa muovere tutti ma il battito del cuore è per tutti lo stesso…”

(Jovanotti – “Una tribù che balla”)
la prof.


lunedì 19 marzo 2012

Mio padre

Per la festa del papà, un pensiero, due parole, su questa persona così importante...


Mio padre si chiama Alesandro, lui poverino è in Moldavia, sta là da solo. Lavora nel bosco. Mi manca tantissimo, però a Pasqua arriverà di sicuro, me lo aveva promesso. Lui lavora fino ad aprile per compiere 35 anni di lavoro.
Lo aspettiamo tutti: io, mia madre e mia sorella.

Cristina – Moldavia


Mio padre è molto bravo. È bello… lo amo tantissimo!

Elena – Ucraina


Mio papà è il mio re, è la mia vita, lo amo troppo, anche se qualche volta mi fa arrabbiare!

Ana – Macedonia


Mio papà ha fatto me!

Darko – Bosnia


Mio padre è bravissimo, lavora molto, è molto carino con tutta la famiglia.

Erson – Albania


Mio padre è il più bravo di tutti, mi sopporta in tutto, in poche parole mio padre è il migliore per me.

Mary Carmen - Ecuador


Grande, vigoroso

Bingsheng


Mio padre secondo me non mi vuole bene. Ma io lo amo con tutto il mio cuore.

Martha – Colombia


Mio padre è biondo e ha gli occhi blu, ha 38 anni, è alto 1.82. È  meccanico e lavora a Pontenure. Ecc…

Lucian – Romania


Il mio papà è il migliore.

Dorina – Albania 


I miei genitori si sono separati quando avevo 5 anni e mia sorella 1 anno.
Mio papà è alto e serio. Viene a trovarci 1-2 volte al mese. Compra sempre qualcosa di buono. Quando eravamo piccole ci portava spesso al circo, a mangiare la pizza. Il papà mi ha insegnato a usare il fucile. Il papà è molto bravo a giocare a pallavolo, e poi è anche un professionista della pesca. Andavo spesso a pescare con lui  quando ero piccola. Non lo  sento già da tre mesi...

Gli voglio bene…

Ania – Bielorussia


Il giorno di San Giuseppe anche  in Ecuador si festeggia il 19 di marzo che per alcuni è un giorno di riposo. I figli che hanno il papà fanno i biglietti con molti disegni e in casa insieme alla mamma fanno la torta e preparano belle sorprese: gli regalano cravatte, peluches, camicie, ecc.
È un giorno molto speciale anche per il nonno perché i nipoti non si dimenticano mai di lui.

Pamela – Ecuador


Mio padre aiuta mia madre e anche mio fratello, per farlo venire in Italia.

Isabel – Perù


Mio padre è il padre migliore di tutto il mondo. Io amo di più mio padre di mia madre! Lui mi da’ le cose che voglio …  mi ha comprato una macchina e questa è la cosa più bella!
Quando ero piccola io non potevo addormentarmi senza prendere tra le dita il suo orecchio… beh, adesso no, ma so che lui sarà sempre qui per me!

Gabriela – Macedonia


Papà è il più bravo del mondo, è l’unico in tutto il mondo che si ucciderebbe per me e per la mia famiglia. Lavora anche 24 ore solo per tenermi qui e per portare i soldi in casa e non lascia lavorare la mamma e mio fratello. È il più bravo del mondo.

Vlad – Romania


Il 19 marzo è la festa del papà. In Albania questa festa è conosciuta, ma nessuno la festeggia. Sono pochissimi quelli che fanno un regalo al papà. Anch’io non gli ho mai comprato un regalo per il 19 marzo. Quando si tornava a casa, gli si dava un bacio e un abbraccio… e basta. Mio padre, poi, è un uomo a cui non piacciono i regali. Anche per il suo compleanno, quando io e mia sorella gli compravamo qualcosa, lui diceva sempre: “Grazie mille, miei tesori, ma per me non è importante il regalo, ma il vostro amore”.
Mio papà è un uomo alto, magro, con i capelli castani e  gli occhi marroni. Ha un carattere molto serio secondo quelli che non lo conoscono bene, ma in realtà lui scherza sempre. Per me lui è il migliore papà del mondo. Non mi ha mai detto “non fare quello, ma fai questo”.

Edlira – Albania


Mio padre è una brava persona. Non urla mai quando sbaglio. Io gli voglio bene, perché lui è un amico vero. Io amo mio padre, come tutti amano i propri genitori. Però mio padre è speciale per me, lui fa tutto ciò che voglio.

Papà tvtb

TVTTTTB

Mejrema – Bosnia


Mio padre era una persona stupenda. Se solo potessi tornare indietro nel tempo e trascorrere ancora quei 6 anni che ho passato con lui…
Era una persona meravigliosa…per questo Dio lo ha preso per se stesso.

PENSO SEMPRE A LUI.

Hava - Albania
  

sabato 17 marzo 2012

Il mese di marzo e i bucaneve - una leggenda moldava

“Mărţişor” è una festa tradizionale moldava che si festeggia da più di 8000 anni ed è stata celebrata da fin dal tempo degli Yeti. Mărţişorul festeggia l’arrivo della primavera e la rinascita della natura.

In marzo le ragazze e le donne devono indossare filati di lana rossa e bianca, per la salute, la fortuna e un buon anno nuovo.

Si dice che nei tempi antichi, il sole assumeva l’immagine di un ragazzo alto e bello e veniva sempre in un villaggio a ballare. Zmeul (un drago) lo seguiva sempre. Un giorno Zmeul lo ha preso e lo ha chiuso in una strana camera, così  Zmeul ha rubato il sole e tutti erano tristi e vivevano senza sorridere.

Un giorno un ragazzo ha deciso di salvare il sole e di uccidere  Zmeul. Tutti lo hanno incoraggiato e gli hanno dato la loro forza. La strada fino al palazzo di Zmeul è durata tre stagioni: estate, autunno e inverno. Alla fine il ragazzo lo ha trovato e ha cominciato a combattere. Ha combattuto per giorni e settimane, fino a quando lo ha ucciso. Poi ha liberato il sole che è andato in cielo e così l’umanità intera era felice.

Con il ritorno del sole nel cielo, la natura è resuscitata, ma il coraggioso giovane non ha mai visto la primavera. Anche lui è morto e il suo sangue rosso è rimasto sulla neve dove cominciavano a crescere i bucaneve.
Cristina – Moldavia

decorazione con fiori di bucaneve che le ragazze indossano
 per tutto il mese di marzo in ricordo del giovane
coraggioso che ha sconfitto il drago


Mărţişorul este o sărbătoare moldovenească veche de peste 8000 de ani şi a fost sărbătorită încă de pe vremea Ieţilor. Mărţişorul celebrează sosirea primaverii şi renaşterea naturii. De mărţişor fetele şi femeile trebuie să poarte fire de lănă roşie şi albă, pentru sănătate, noroc şi un an nou bun.

Se spune c ăpe vremuri, soarele lua chipul unui băiat chipeş şi înalt, ce venea în sate la hore. Zmeul l-a pîndit şi în cele din urmă l-a răpit şi l-a închis într-una din temniţe. După ce Zmeul a furat soarele, lumea a devenit tristă, fără zîmbete şi veselie. Intr-una din zile, un tănăr se hotărăşte să salveze soarele şi să îl înfrăngă pe zmeu. 

Toti l-ai încurajat pe tînăr şi i-au dat putere. Drumul pînă la palatul zmeului a durat trei anotimpuri: vare, toamua şi iarna. După ce l-a găsit pe zmeu s-a luptat pînă la omorît. A eliberat soarele şi a bucurat întreaga omenire. Odată cu revenirea soarelui pe cer, natura a reînviat, însă tînărul curajos nu a mai văzu primăvară. Sîngele său s-a scur în zăpadă, în care răsăreau ghiocei.

Cristina - Moldova

giovedì 15 marzo 2012

la frase della settimana: La pace, tutti i giorni

"La paix n'est pas un vingt mot mais un comportement"

"La pace non è una parola, ma un comportamento"

Jessica - Costa d'Avorio


martedì 13 marzo 2012

La storia di Walter

Il nostro compagno Walter ha scritto un articolo per il giornalino della sua scuola (ISII Marconi) e lo vuole condividere con noi.
È un articolo molto bello, e molto commovente …
Grazie Walter.
Buona lettura!

venerdì 9 marzo 2012

Quando il mediocre sembra un genio...

Quem tem olho na terra de cego è rei.

Nel paese dei ciechi chi ha un occhio è il re.


Felipe - Brasile


"Falso Specchio" - Magritte


giovedì 8 marzo 2012

Il giorno delle donne

Il giorno delle donne originariamente era chiamato Giorno Internazionale delle Donne, ed è l’8 marzo. La festa vuole celebrare il rispetto, la stima e l’amore verso le donne e si vogliono ricordare le loro conquiste sociali, politiche ed economiche.

Perché  l’8 marzo? È iniziato tutto con un incidente in fabbrica. Nel 1908, a New York, 129 operaie dell'industria tessile Cotton hanno scioperato  per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare.
Lo sciopero è andato avanti per alcuni giorni finché, l'8 marzo il proprietario ha bloccato tutte le porte della fabbrica per non fare uscire le operaie. C’è stato un incendio doloso e le 129 operaie prigioniere all'interno dello stabilimento sono morte tra le fiamme. Da allora, l'8 marzo è stata proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne.

 In molti paesi però la giornata adesso ha perso il suo sapore politico e di protesta, ma è diventata una semplice occasione per gli uomini per  esprimere il loro amore verso le donne, in una miscela di festa a metà tra San Valentino e la Festa della Mamma.

Questa celebrazione c’è stata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922.

In Italia gli uomini regalano alle donne la mimosa, che è un fiore di stagione.

Buona festa a tutte le donne!





GIRL POWER!!!




Gabriela

martedì 6 marzo 2012

La madre dell'acqua - una leggenda colombiana

La madre dell’acqua

Si tratta di un mito folcloristico dei  fiumi Tolima e Magdalena Medio in Antioquia*.

La madre dell’acqua si presenta come una bellissima giovane donna con i capelli dorati e gli occhi azzurri, con uno sguardo penetrante e una forza di attrazione ipnotica. Si tratta di una vera e propria ninfa delle acque, ma i suoi piedi sono rivolti all’indietro in modo che lascia tracce nella direzione opposta a quella seguita. La madre dell’acqua cerca solamente i bambini, e li fa impazzire chiamandoli a bassa voce, con una dolcezza d’amore materno, ma con una forza d’attrazione che preoccupa i genitori. I bambini trafitti dalle frecce della Madre delle acque si ammalano,  sognano la bella donna bionda che li ama e la chiamano continuamente. Quando sono vicini al fiume la sua voce li attira portandoli in acqua in pericolo. Gli agricoltori credono che la Madre delle acque sia una giovane e bella donna spagnola che si è innamorata di un bel giovane indigeno da cui ha avuto un figlio. Quando il padre della ragazza è venuto a conoscenza dell’origine indigena dell’uomo, ha fatto annegare il bambino davanti ai suoi stessi genitori, e ha ucciso l’amante indigeno davanti alla donna. La madre disperata ha deciso di saltare nel fiume, diventando una divinità del fiume stesso, appassionata di bambini e vendicativa verso l’umanità.
*regione della Colombia
Martha - Colombia

La Madre de Agua

Es un mito folklorico de los rios en Antioquia, Tolima y el Magdalena Medio. Aparece como una mujer joven muy bella de cabellos de oro y ojos de color azul; con una mirada penetrante y con una fuerza hipnotica de atraccion.

Es una verdadera ninfa de las aguas, aunque sus pies son volteados hacia atras por lo que deja los rastros en direction contraria a la que sigue.

La Madre de Agua persigue unicamente a los niños, a quiete llama con ternura; los enloquece y atrae con una dulzura y amor maternal, pero con una fuerza de atraccion que preocupa a los padres de familia.

Los niños flechados por la Madre de Aguas se inferma, sueñan con la bella rubia que los adora y la llaman con frequencia. Cuando estan cerca del rio, los ninos escuchan su voz y la siguen tirandose a las aguas con gran peligro.


Los campesinos creen que la Madre de Aguas sergio de una bella joven española que se enamorό de un apuesto joven indígena, con quien tuvo un niño. Cuando el padre de la joven tuvo conocimiento del amaño indígena-hispánico, hizo ahogar al niño frente a sus padres, y ante la bella española, matό al amante indígena.

La madre desesperada decidiό tirarse al río, apasionada por los niños y en vengativa de la humanidad.

Martha - Colombia

sabato 3 marzo 2012

3 marzo - la festa delle fanciulle

In Giappone il 3 marzo si festeggia il giorno delle bambine, una festa chiamata
ひなまつり “Hinamatsuri”.

Questa festività ha radici antiche, quando nel paese del sol levante c’èra il costume (forse di origine cinese) di mettere delle bambole di paglia su una barca, e di lasciarle nelle acque del fiume a seguire la corrente: secondo la tradizione, in questo modo si scacciavano gli spiriti cattivi, il male. Questa usanza si chiama Hina-nagashi.

In epoca Heian poi, si inizia a pensare che anche il solo esporre le bambole può scacciare gli spiriti malvagi, e così, si arriva alla festa che ancora oggi viene celebrata dalle bambine nipponiche.
esposizione classica a 7 piani

Il 3 marzo le bambine espongono su una scalinata  a 5 o 7 piani (quelle standard, ma possono averne anche molti di più) ricoperta di un panno rosso, nell’ordine:

-bambole dell’imperatrice “Hina” e dell’imperatore “Dairi” con ai lati 2 lampade “bonbori” (1°    piano in alto)
-3 dame di corte ““sannin kanjyo” (2° piano dall’alto)
-5 musicisti “gonin bayashi” (3° piano dall’alto)
-2 ministri di corte “Sudaijin” e “Udaijin” (penultimo piano), a cui si offrono gli “hishimochi”
-3 servi “shi cho” (al piano più basso)

grande esposizione all'aperto
Le bambole indossano abiti uguali a quelli del periodo Heian, in particolare l’imperatrice ha un  abito a 12 strati “Juuni-hitoe", che viene utilizzato ancora oggi nella cerimonia del matrimonio imperiale.

Solitamente le bambole si tramandano di madre in figlia, e alcune hanno delle collezioni antiche e con molti personaggi. Chi non ha la fortuna di avere una collezione così grande, di solito, per problemi di spazio, ripiega sulla sola coppia imperiale.

C’è una canzone tradizionale molto orecchiabile per questa occasione, si chiama “Ureshii Hinamatsuri” ovvero, felice Hinamatsuri. Provate ad ascoltarla!
http://www.youtube.com/watch?v=2s3kRbIbwws

Finita la festa, entro il 4 marzo, le bambine devono riporre tutte le bambole, perché si dice che, se si mettono via le bambole oltre quella data, la ragazza si sposerà tardi.


hinamatsuri tsurushi kazari - decorazioni

obento stile Hinamatsuri 










La festa viene chiamata anche “Momo no sekku” cioè festa dei peschi, perché è proprio nel periodo di fioritura dei peschi secondo il vecchio calendario lunare.

amazake
In questo giorno, fatto per pregare per la felicità e la buona crescita delle ragazze, si beve il amazake, cioè un sakè (bevanda fatta di riso) non alcolico e dolce.
hishimochi
Si mangiano gli hishimochi (come quelli che si offrono alle bambole dei due ministri) che sono “cubi” formati da mochi di tre strati: verde(sotto), bianco(in mezzo) e rosa(sopra). Sembra un po’ la bandiera italiana, ma non ha niente a che vedere con essa! Il verde sta per l’erba che in questo periodo dell’anno inizia a crescere, il bianco sta per la neve che ancora ricopre l’erba, il rosa è per i fiori di pesco che iniziano la fioritura.

È una festa molto popolare, che si svolge non solo nelle case, ma anche in spazi pubblici con mostre di collezioni particolarmente preziose, e coinvolge donne dagli 0 ai 100 anni!

La prof.

venerdì 2 marzo 2012

Primo mesiversario :)

Un mese di blog e già più di 700 visitegrazie a tutti!!!

Continuate a seguirci!

da tutti noi J

Ipsa dixit, ovvero la saggia Hava dall'Albania

“Lerë të shkuarën dhe kërko të ardhmen”
“Lascia il passato e cerca il futuro”

Hava - Albania
"La persistenza della memoria" - Salvador Dalì

giovedì 1 marzo 2012

Lo zodiaco cinese

Racconti popolari di Han: un giorno di molto tempo fa, l’ imperatore ‘Xuanyuan’ vuole scegliere dodici animali per fare le guardie del palazzo imperiale. Il gatto chiama il topo a iscriversi alla gara, ma il topo si dimentica, il gatto non lo chiama e perciò da quel momento in poi il topo e il gatto diventano nemici. Anche l’elefante va per prendere parte alla selezione, ma il topo entra nel suo naso per squalificarlo. Tutti gli animali spingono il bue per primo, ma il topo striscia sul dorso del bue, perciò il topo passa avanti e diventa il primo. Il maiale gioca in modo rumoroso,  e per questo diventa ultimo. Il drago e la tigre sono un po’ scorretti, perciò ‘Xuanyuan’ nomina il drago imperatore del mare, la tigre imperatrice della montagna, e li mette però dopo il topo e il bue . Anche il coniglio è scorretto, perciò corre con il drago, e vince. Anche il cane è disobbediente: è molto irritato, perciò morde il coniglio. Allora ‘Xuanyuan’ castiga il cane e lo mette penultimo. Poi arrivano il serpente, il cavallo,  l’agnello, la scimmia, il gallo....che passano la competizione, e alla fine il gruppo è così formatotopo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, agnello, scimmia, gallo, cane e maiale. Di questa storia non c’è interpretazione scientifica, ma rappresenta la fantasia delle persone.

Fangfang & Bingsheng - Cina

汉族民间故事说:当年轩辕黄帝要选十二动物担任宫廷卫士,猫托老鼠报名,老鼠给忘了,结果猫没有选上,从此与鼠结下冤家。大象也来参赛,被老鼠钻进鼻子,给赶跑了,其余的动物,原本推牛为首,老鼠却窜到牛背上,猪也跟着起哄,于是老鼠排第一,猪排最后。虎和龙不服,被封为山中之王和海中之王,排在鼠和牛的后面。兔子又不服,和龙赛跑,结果排在了龙的前面。狗又不平,一气之下咬了兔子,为此被罚在了倒数第二。蛇、马、羊、猴、鸡也经过一番较量,一一排定了位置,最后形成了鼠、牛、虎、兔、龙、蛇、马、羊、猴、鸡、狗、猪的顺序。传说故事虽不是对问题的科学解释,但它却体现了人们希望对十二生肖的选择做出解释的愿望

方芳&